«Il Mezzogiorno non è più periferia, ma è il centro del nuovo mondo, perché chi ha i soldi vuole investire su di noi». È il messaggio positivo, che riguarda una parte attiva e viva del Paese, che ha lanciato il giornalista direttore de “Il mattino” Roberto Napoletano nel suo ultimo libro, “Il mondo capovolto”, presentato alla serata inaugurale dei Caffè Letterari del Rhegium Julii, al Circolo “Rocco Polimeni”. Presente alla serata il sindaco Giuseppe Falcomatà, con l’assessore comunale Francesco Costantino, il presidente del circolo Polimeni, Ezio Privitera che ha fatto gli onori di casa e Mario Musolino, estimatore dello scrittore che ne ha curato una breve introduzione. In quest’ottica di protagonismo non utopistico del Meridione: «Reggio si potrebbe candidare a essere uno dei centri universitari che guarda all’Africa» ha chiarito Musolino.
Il presidente del circolo Giuseppe Bova, preliminarmente ha ringraziato il sindaco e la Città metropolitana per il contributo indispensabile alla stagione estiva del Circolo culturale reggino, e poi ha parlato dell’ospite speciale, una delle figure più straordinarie del panorama culturale e giornalistico, già direttore di tante testate di spicco italiane, adesso direttore de Il Mattino, di ritorno nella città dello Stretto. Napoletano si è soffermato nel suo intervento sulla riconfigurazione della logistica globale dopo il covid. «L’asse est-ovest è stato sostituito dall’asse sud- nord e il nostro è l’unico sud che appartiene al G7 è quello italiano: per questo siamo il nuovo centro il nuovo mondo. Una nuova configurazione che cambia assetti e la narrazione del mezzogiorno».
«Una pillola di Napoletano al giorno toglie il pessimismo di torno». È con tono scherzoso, con riferimento all’ottimismo che contraddistingue le prospettive di rilancio del Meridione si è aperto l’intervento del sindaco metropolitano. Nel rileggere un passaggio del libro relativo all’autonomia differenziata il sindaco chiarisce: «Dovremmo liberarci del complesso e dell’idea della città che non cresce e non essere indifferente a ciò che accade, non si cresce se facciamo passare per normali cose che normali non sono – ha spiegato il primo cittadino – come un’opera pubblica vandalizzata, un parco giochi in cui le giostre vengono date alle fiamme, la scritta identitaria della città a poche ore dal suo posizionamento venga vandalizzata. Serve fare squadra invece, altrimenti non si va da nessuna parte».
Il sindaco poi ha annunciato di aver avviato le pratiche per lanciare Reggio come Città capitale dell’Arte contemporanea «per un motivo che va da Boccioni alle colonne di Tresoldi, alle statue di Rabarama ai quadri confiscati, Arte che torna arte. Va ora costruita un’animazione territoriale, non sappiamo se ce la faremo, ma è un esperimento concreto per vender ottimismo e noi ne abbiamo moltissime. Quello che dobbiamo fare è cambiare la narrazione a proposito del Sud, e della nostra città, che non è più semplicemente consumatore di cose prodotte da altri, ma è a sua volta produttore».